Oggi 18/04/2023 ancora una coppia si è separata presso il Tribunale di Modena abbracciando il Patto di Lealtà Genitoriale, ideato e proposto dall’Avv. Gianni Casale, ponendo fine ad un conflitto che si stava procrastinando da tempo.
I due genitori hanno sposato la proposta che l’avvocato della moglie ha proposto ai due Colleghi procuratori del padre, ed insieme hanno poi completato il loro operato aggiungendo anche un piano genitoriale “asciutto” che ha massimizzato il risultato davanti al Presidente di Sezione che, in prima udienza, non ha potuto fare altro che consensualizzare un procedimento giudiziale attivato dal marito ma che lo stesso è stato ben contento di dirimere per il bene della loro bambina.
Ormai il Patto di Lealtà Genitoriale è una realtà all’interno del Tribunale di Modena dove è stato accolto con grande favore da parte dei magistrati della Sezione Famiglia e dal Presidente del Tribunale stesso che, tra l’altro, fu il primo a prenderne visione all’interno della separazione della prima coppia che lo adottò spontaneamente.
Questa, invece, è la prima volta che il patto interviene nell’ambito di una separazione giudiziale e riesce a porre fine ad un conflitto radicato. Grande plauso anche ai legali del marito i quali, seppur autori dell’attivazione della procedura, hanno saputo vestire i panni dell’umiltà e della vera etica professionale andando a valutare lo strumento con attenzione e senza preconcetti e dimostrando come l’avvocatura sia veramente una parte fondamentale nel dirimere il conflitto laddove le parti si affidino loro completamente.
Anche il vicino Tribunale di Reggio Emilia ha già conosciuto tale strumento proposto sempre dal suo ideatore e che non ha mancato di suscitare approvazione da parte dei magistrati reggiani.
Va detto che il Patto di Lealtà Genitoriale non è il Piano genitoriale: se il secondo tende, nella sua concezione a organizzare le esigenze “spicciole” e quotidiane dei minori, il primo rappresenta, invece, il vero impianto etico che deve sostenere i rapporti tra i genitori esprimendo in modo chiaro ed inequivocabile quali siano i principi in base ai quali la coppia decida di portare avanti la vita dei propri figli per il futuro.
Non si tratta di una semplice elencazione generica di principi e di “buoni propositi” ma di veri e propri “paletti” che indirizzeranno soprattutto le future scelte per il bene dei minori e che rappresenteranno anche le direttive che dovrà seguire il magistrato per dirimere eventuali futuri contrasti dal momento che gli stessi aderenti li indicano come imprescindibili proprio in virtù di un vero e proprio patto tra privati.
Il Patto di Lealtà Genitoriale si pone come uno strumento di sostegno al Piano Genitoriale proposto della Riforma Cartabia e che pare essere già andato in crisi in un avvio denso di incertezze sulle modalità di esecuzione e di gestione nelle aule dei Tribunali forse perché buttato nella mischia senza un adeguata “digestione” da parte dei soggetti che lo devono “maneggiare”.
Andiamo avanti. Siamo solo all’inizio. Ma il sentiero è tracciato, ora occorre disegnare l’autostrada in tutti i Tribunali Italiani.
Il patto di lealta’ genitoriale : evoluzioni
Oggi 18/04/2023 ancora una coppia si è separata presso il Tribunale di Modena abbracciando il Patto di Lealtà Genitoriale, ideato e proposto dall’Avv. Gianni Casale, ponendo fine ad un conflitto che si stava procrastinando da tempo.
I due genitori hanno sposato la proposta che l’avvocato della moglie ha proposto ai due Colleghi procuratori del padre, ed insieme hanno poi completato il loro operato aggiungendo anche un piano genitoriale “asciutto” che ha massimizzato il risultato davanti al Presidente di Sezione che, in prima udienza, non ha potuto fare altro che consensualizzare un procedimento giudiziale attivato dal marito ma che lo stesso è stato ben contento di dirimere per il bene della loro bambina.
Ormai il Patto di Lealtà Genitoriale è una realtà all’interno del Tribunale di Modena dove è stato accolto con grande favore da parte dei magistrati della Sezione Famiglia e dal Presidente del Tribunale stesso che, tra l’altro, fu il primo a prenderne visione all’interno della separazione della prima coppia che lo adottò spontaneamente.
Questa, invece, è la prima volta che il patto interviene nell’ambito di una separazione giudiziale e riesce a porre fine ad un conflitto radicato. Grande plauso anche ai legali del marito i quali, seppur autori dell’attivazione della procedura, hanno saputo vestire i panni dell’umiltà e della vera etica professionale andando a valutare lo strumento con attenzione e senza preconcetti e dimostrando come l’avvocatura sia veramente una parte fondamentale nel dirimere il conflitto laddove le parti si affidino loro completamente.
Anche il vicino Tribunale di Reggio Emilia ha già conosciuto tale strumento proposto sempre dal suo ideatore e che non ha mancato di suscitare approvazione da parte dei magistrati reggiani.
Va detto che il Patto di Lealtà Genitoriale non è il Piano genitoriale: se il secondo tende, nella sua concezione a organizzare le esigenze “spicciole” e quotidiane dei minori, il primo rappresenta, invece, il vero impianto etico che deve sostenere i rapporti tra i genitori esprimendo in modo chiaro ed inequivocabile quali siano i principi in base ai quali la coppia decida di portare avanti la vita dei propri figli per il futuro.
Non si tratta di una semplice elencazione generica di principi e di “buoni propositi” ma di veri e propri “paletti” che indirizzeranno soprattutto le future scelte per il bene dei minori e che rappresenteranno anche le direttive che dovrà seguire il magistrato per dirimere eventuali futuri contrasti dal momento che gli stessi aderenti li indicano come imprescindibili proprio in virtù di un vero e proprio patto tra privati.
Il Patto di Lealtà Genitoriale si pone come uno strumento di sostegno al Piano Genitoriale proposto della Riforma Cartabia e che pare essere già andato in crisi in un avvio denso di incertezze sulle modalità di esecuzione e di gestione nelle aule dei Tribunali forse perché buttato nella mischia senza un adeguata “digestione” da parte dei soggetti che lo devono “maneggiare”.
Andiamo avanti. Siamo solo all’inizio. Ma il sentiero è tracciato, ora occorre disegnare l’autostrada in tutti i Tribunali Italiani.
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