Il Patto di Lealtà genitoriale è uno strumento deflattivo della conflittualità genitoriale che nasce con il Progetto Anthea di cui sono l'ideatore ed il creatore. Nasce nel 2017 e viene adottato quasi immediatamente all'interno del Tribunale di Modena con grande consenso da parte del Presidente che durante l'udienza presidenziale si congratula con i due genitori che ritennero di adottarlo per la prima volta in Italia. Attualmente entrerà a breve anche all'interno del Tribunale di Reggio Emilia attraverso due casi in carico a questo studio e su base volontaria.
Il patto nasce dall'osservazione di un dato che deve apparire evidente a tutti gli operatori del diritto e, specialmente, a quelli che si occupano di diritto di famiglia, ovvero del fatto che la struttura dell'atto separativo o divorzile è privo al suo interno di qualsiasi riferimento alle regole sostanziali che devono, e possono, anticipare il conflitto nella fase postuma della separazione o gestirlo all'interno del rapporto genitoriale (che non deve mai mancare) evitando il momento giudiziale che rappresenta sempre un aspetto dannoso per la prole rappresentata da minori.
All'interno del patto le parti indicano le modalità con le quali intendono condurre la gestione sostanziale della vita separativa esplorando tutti quei settori di criticità che, per esperienza, entrano nelle aule dei Tribunali.
Infatti per come è costruito il ricorso questo contiene, sostanzialmente, gli aspetti ordinatori e gestori della vita dei minori (tanto per il mantenimento quanto per la gestione della quotidianità) mentre nulla è indicato in merito ai comportamenti etici che i genitori si impegnano a mettere in campo di volta in volta a seconda delle problematiche che con il patto vengono analizzate nel modo piu' preciso possibile.
Questo viene inserito nell'atto prima delle conosciute "condizioni" e viene sottoscritto dai genitori immediatamente al suo termine di stesura proprio perchè le parti devono comprendere la sua importanza senza delegare l'adesione alla firma in calce.
La sua importanza risiede nel fatto che i genitori demandano a tale patto etico di lealtà le modalità di risoluzione di eventuali dissidi futuri ponendo nelle mani del magistrato uno strumento di decisione estremamente potente in quanto proviene direttamente dalle parti.
Alla luce della recente riforma del diritto di famiglia che prevede l'introduzione del coordinatore genitoriale e del piano genitoriale ritengo che il patto possa rappresentare un contenitore etico particolarmente efficace per accogliere in modo funzionale tale nuovo strumento oltre prevedere sin da subito la nomina di tale figura sin dall'inizio con una sorta di precettazione del professionista con un nominativo specifico "pescando" tra le liste che via via si andranno riempiendo e completando presso i vari Tribunali d'Italia.
In un clima volto a trovare strumenti deflativi che possano aiutare le coppie in aria di separazione il cd. Patto di lealtà genitoriale è un qualcosa che introduce l'aspetto etico all'interno della comunicazione separativa ovvero in quei meccanismi psicologici del separandi che li deve preparare ad una visione molto diversa dell'approccio genitoriale dal momento che le parti decidono, giocoforza di rinunciare alla quotidianità famigliare.
Il Patto è sicuramente uno strumento che andrà a vantaggio della serenità e stabilità dei figli con l'augurio poi che un giorno possa diventare legge con un' auspicata modifica del codice.
Avv. Prof. Gianni Casale
Il patto di lealta’ genitoriale per gestire i conflitti
Il Patto di Lealtà genitoriale è uno strumento deflattivo della conflittualità genitoriale che nasce con il Progetto Anthea di cui sono l'ideatore ed il creatore.
Nasce nel 2017 e viene adottato quasi immediatamente all'interno del Tribunale di Modena con grande consenso da parte del Presidente che durante l'udienza presidenziale si congratula con i due genitori che ritennero di adottarlo per la prima volta in Italia. Attualmente entrerà a breve anche all'interno del Tribunale di Reggio Emilia attraverso due casi in carico a questo studio e su base volontaria. Il patto nasce dall'osservazione di un dato che deve apparire evidente a tutti gli operatori del diritto e, specialmente, a quelli che si occupano di diritto di famiglia, ovvero del fatto che la struttura dell'atto separativo o divorzile è privo al suo interno di qualsiasi riferimento alle regole sostanziali che devono, e possono, anticipare il conflitto nella fase postuma della separazione o gestirlo all'interno del rapporto genitoriale (che non deve mai mancare) evitando il momento giudiziale che rappresenta sempre un aspetto dannoso per la prole rappresentata da minori. All'interno del patto le parti indicano le modalità con le quali intendono condurre la gestione sostanziale della vita separativa esplorando tutti quei settori di criticità che, per esperienza, entrano nelle aule dei Tribunali. Infatti per come è costruito il ricorso questo contiene, sostanzialmente, gli aspetti ordinatori e gestori della vita dei minori (tanto per il mantenimento quanto per la gestione della quotidianità) mentre nulla è indicato in merito ai comportamenti etici che i genitori si impegnano a mettere in campo di volta in volta a seconda delle problematiche che con il patto vengono analizzate nel modo piu' preciso possibile. Questo viene inserito nell'atto prima delle conosciute "condizioni" e viene sottoscritto dai genitori immediatamente al suo termine di stesura proprio perchè le parti devono comprendere la sua importanza senza delegare l'adesione alla firma in calce. La sua importanza risiede nel fatto che i genitori demandano a tale patto etico di lealtà le modalità di risoluzione di eventuali dissidi futuri ponendo nelle mani del magistrato uno strumento di decisione estremamente potente in quanto proviene direttamente dalle parti. Alla luce della recente riforma del diritto di famiglia che prevede l'introduzione del coordinatore genitoriale e del piano genitoriale ritengo che il patto possa rappresentare un contenitore etico particolarmente efficace per accogliere in modo funzionale tale nuovo strumento oltre prevedere sin da subito la nomina di tale figura sin dall'inizio con una sorta di precettazione del professionista con un nominativo specifico "pescando" tra le liste che via via si andranno riempiendo e completando presso i vari Tribunali d'Italia. In un clima volto a trovare strumenti deflativi che possano aiutare le coppie in aria di separazione il cd. Patto di lealtà genitoriale è un qualcosa che introduce l'aspetto etico all'interno della comunicazione separativa ovvero in quei meccanismi psicologici del separandi che li deve preparare ad una visione molto diversa dell'approccio genitoriale dal momento che le parti decidono, giocoforza di rinunciare alla quotidianità famigliare. Il Patto è sicuramente uno strumento che andrà a vantaggio della serenità e stabilità dei figli con l'augurio poi che un giorno possa diventare legge con un' auspicata modifica del codice. Avv. Prof. Gianni Casale
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